
Ti ricordi il famoso film Will Hunting – Genio ribelle, con Matt Damon e Robin Williams? L’ho rivisto qualche giorno fa, dopo molto tempo, e mi ha mosso una riflessione che ora voglio condividere con te. Nel film si parla infatti molto di potenzialità, ma a volte viene usato questo termine in modo improprio. Dal momento che però, le potenzialità, sono una questione seria vorrei fare un po’ di chiarezza su cosa sono, a cosa servono e come distinguerle da altre doti innate.
Di cosa parleremo qui:
- In quali termini si parla di potenzialità in questo film?
- Cosa sono le potenzialità personali?
- Potenzialità e multipotenziali: come siamo messi?
- Quali sono le potenzialità e come sono codificate?
- Quali sono le reali potenzialità di Will Hunting?
- E allora che rapporto c’è tra Will Hunting e la matematica?
- In conclusione.
Prima di addentrarci nel tema caldo di questo articolo, mi sembra doveroso darti qualche cenno sul film (attenzione, pericolo spoiler!). Will Hunting – Genio ribelle racconta la storia di Will (Matt Damon), un giovane scapestrato che di sera beve birra con gli amici e si infila in qualche rissa mentre di giorno, per mantenersi, si occupa delle pulizie al MIT. Tuttavia, il ragazzo è dotato di un’intelligenza straordinaria e in particolare si rivela un genio nella matematica. Quando il professor Lambeau scopre le sue incredibili capacità, cerca di indirizzarlo verso un futuro brillante, ma Will non prende sul serio le opportunità di carriera che gli vengono proposte. Il professor Lambeau ritiene opportuno assegnargli un supporto psicologico, per renderlo più docile e per far esplodere il suo potenziale. Will incontra vari professionisti, ma solo lo psicologo Sean Maguire (Robin Williams), riesce a instaurare un vero dialogo con Will e grazie al suo supporto il ragazzo inizia ad affrontare il suo passato doloroso e a comprendere cosa vuole realmente dalla sua vita. Per il momento non anticipo il finale, però verrà fuori nel corso dell’articolo quindi se ancora non hai visto il film guardalo e torna qui più tardi (tanto questo articolo non scappa!).
In quali termini si parla di potenzialità in questo film?
Premetto che il film è straordinario (vincitore di due premi Oscar) e che si porta benissimo i suoi anni (è del 1997). Ma qui non discutiamo dei meriti del film. Parliamo invece di potenziale e di potenzialità.
Nel film, soprattutto il professor Lambeau usa molte volte questi termini riferendosi alle abilità fuori dal comune di Will. Il professor Lambeau scopre la potenzialità di Will, non vuole che il suo potenziale venga sprecato e ritiene che il suo potenziale possa condurlo a una carriera sfavillante e piena di riconoscimenti importanti.
Ma siamo sicuri che sia appropriato parlare in questi termini?
Certo, il messaggio passa. È chiarissimo. Ma le parole sono importanti e se usate a sproposito possono limitare l’apprendimento, chiudere opportunità e impedire una chiara lettura della realtà.
Per esempio, tornando al film (ok, ora spoilero forte… però non dire che non ti avevo avvertito!), perché sul finale, proprio quando Will sembrava aver compreso il suo potenziale, molla tutto e decide di rinunciare a un posto di lavoro prestigioso per raggiungere la sua amata (Skylar) in California?
Per comprendere l’epilogo del film dobbiamo fare un passo indietro e comprendere cosa sono le potenzialità e come agiscono sulle nostre azioni. Sarebbe infatti riduttivo pensare che il finale di questo film-capolavoro sia solo una conclusione romantica, pensata per compiacere il pubblico più sensibile.
Cosa sono le potenzialità personali?
- Le potenzialità sono un insieme di capacità, risorse e mezzi di cui dispone ogni individuo dalla nascita (anche se non sono ereditarie). Il nome stesso, “potenzialità”, ci suggerisce una questione importante: queste caratteristiche umane spesso non sono evidenti, ma sono “in potenza” ovvero sono nascoste ma possono emergere nelle condizioni favorevoli. James Hillman, psicanalista e filosofo americano, ricorre alla Teoria della Ghianda per spiegare bene questo concetto. Secondo lo studioso, ognuno di noi viene alla luce con una precisa impronta, un’immagine innata che lo definisce, una specie di vocazione che lo accompagna per tutta la vita e che chiede di essere realizzata per portare felicità e autorealizzazione. Proprio come accade a una ghianda, che ha già in sé il disegno di una maestosa quercia (non diventerà mai un ciliegio, un melo o un prugno) ma che diventerà un albero maestoso solo se piantata in un terreno favorevole, esposta alle giusta dose di sole e innaffiata con le corrette quantità di acqua.
Nel nostro caso umano, le potenzialità fanno fatica ad emergere per molti motivi:
- I condizionamenti sociali, educativi e culturali ci portano a sopprimere delle parti di noi che non sono condivise dalla maggior parte dei coetanei (insomma, quando ti dicono che “non sei normale” o “che sei strano”).
- Non siamo abbastanza consapevoli di noi stessi e quindi tendiamo a sottovalutare le nostre potenzialità e a etichettarle come qualcosa di banale di poca importanza, che non ci rende poi così speciali.
- Mancanza di stimoli e di opportunità. Se viviamo in un ambiente pieno di regole e di abitudini radicate, sarà difficile sperimentare qualcosa di nuovo e sfruttare la nostra curiosità per scoprire qualcosa di nuovo di noi stessi.
- Paura del giudizio e del fallimento. A volte le nostre potenzialità ci spingono a prendere decisioni fuori dagli schemi, che ci mettono in una condizione di disagio e di rischio. Pertanto capita spesso che rinunciamo al cambiamento e ci accontentiamo della normalità.
Tutte queste ragioni ci portano a far sprofondare le nostre potenzialità sempre più in giù, fino a toccare l’abisso delle nostre consapevolezze. E così finiamo per dimenticarcene. Ma questa forma di autoprotezione e di uniformazione della nostra personalità con quella delle persone vicine a noi, finisce per ritorcersi contro di noi. Evitando di far emergere il nostro potenziale infatti rinunciamo a far esprimere la parte più autentica di noi stessi, pertanto la frustrazione e l’insoddisfazione non tarderanno a bussare alla nostra porta.
A tal proposito, un altro modo per leggere il potenziale è vederlo come tutto quello che possiamo essere e che possiamo fare. È un po’ la nostra cassetta degli attrezzi che ci permette di affrontare con consapevolezza e autonomia tutte le sfide che la vita ci pone davanti. Di conseguenza, scoprire qual è il nostro potenziale è il primo passo per accedere in modo consapevole ai nostri punti di forza e metterli in pratica ogni volta che ne abbiamo bisogno per raggiungere un obiettivo.
Potenzialità e multipotenziali: come siamo messi?
Se sei qui, probabilmente sei un multipotenziale o sei una persona con dei tratti multipotenziali, quindi sei abbastanza consapevole di cavartela bene in tante situazioni, ma fai attenzione. Non tutto ciò che sai fare e sai fare bene corrisponde alle tue potenzialità. Le potenzialità hanno dei tratti ben precisi, e non vanno confuse per esempio con i talenti (ne parliamo meglio dopo). Per esempio, quando eserciti una potenzialità avverti una sensazione di benessere puro, sei completamente rapito da quello che stai facendo, sembra che il tempo si sia fermato e senti che stai facendo la cosa giusta per te, e probabilmente anche per gli altri.
Ora il mio invito è scoprire quali sono le tue reali potenzialità, perché solo una volta che le avrai identificate sarai più consapevole di cosa vuoi dalla vita e di come ottenerlo. Probabilmente in questo momento ci sono tantissime attività a cui ti dedichi ma non stai ottenendo risultati soddisfacenti su nessun fronte. Ecco, capire quali sono le tue potenzialità ti aiuterà a prendere delle scelte importanti, per esempio capire a quali attività continuare a dedicare tempo ed energie e a quali faresti meglio a rinunciare. Per facilitarti in questa scoperta, ho preparato un Eserciziario Gratuito (“Scopri e accogli le tue potenzialità”) che contiene un approfondimento sulle potenzialità e un test che ti permetterà di individuare le tue potenzialità.
Quali sono le potenzialità e come sono codificate?
Qualche cenno storico a questo punto lo dobbiamo fare. Chi ha iniziato a parlare di potenzialità per la prima volta è stato Martin Seligman, il Padre della Psicologia Positiva, ad oggi considerato uno degli psicologi più eminenti del nostro secolo. Questa nuova branca della Psicologia nasce da un’intuizione fenomenale di Seligman: se la psicologia tradizionale ha capito come rintracciare le cause dell’infelicità e del malessere delle persone e le aiuta a trovare un rimedio, la Psicologia Positiva si pone come obiettivo quello di rendere felici le persone al di là delle problematicità o dei traumi del passato. I suoi studi vertono su tematiche quali la felicità, il benessere della persona e l’autorealizzazione. Inoltre sposta il focus dal deficit alla Logica del Potenziale: ovvero, piuttosto che focalizzarsi su ciò che ci manca per essere felici possiamo concentrarci sul potenziare le risorse che abbiamo già per costruire la nostra felicità.
Durante i suoi studi Seligman teorizza e codifica 24 potenzialità:
- Curiosità e interesse per il mondo
- Amore per il sapere
- Discernimento, capacità critiche e apertura mentale
- Creatività, ingegnosità, originalità e intelligenza pratica
- Intelligenza personale, sociale ed emotiva
- Lungimiranza
- Valore e audacia
- Perseveranza, industriosità e diligenza
- Integrità, autenticità e onestà
- Cordialità e generosità
- Amore (capacità di amare e di essere amati)
- Senso civico e del dovere, capacità di lavorare in gruppo e lealtà
- Imparzialità ed equità
- Leadership
- Autocontrollo
- Prudenza, discrezione e cautela
- Umiltà e modestia
- Capacità di apprezzare la bellezza e l’eccellenza
- Gratitudine
- Speranza, ottimismo e capacità di proiettarsi verso il futuro
- Spiritualità, avere uno scopo, fede e religiosità
- Attitudine al perdono e alla compassione
- Allegria e humor
- Vitalità, passione ed entusiasmo
Per approfondire il senso e il significato di ogni potenzialità ti rimando nuovamente all’approfondimento che trovi nel mio Eserciziario Gratuito “Scopri e accogli le tue potenzialità”.
Quali sono le reali potenzialità di Will Hunting?
Analizzando il comportamento, gli stati emotivi e ascoltando le parole di Will Hunting emergono, a mio parere, le sue potenzialità. Che resti tra noi, si tratta di un’ipotesi e oltretutto basata su un personaggio di un film con tutti i limiti del caso, però mi sembra un approccio inedito e divertente per rintracciare le potenzialità altrui.
Dunque, in ordine sparso, credo che possiamo attribuire a Will Hunting queste potenzialità.
- Amore per il sapere. Direi che è la più spiccata ed evidente. Will è un vorace lettore di ogni genere di libro, ha una cultura molto vasta ed è dotato di un’estrema facilità di apprendimento. Addirittura in un dialogo con il professor Lambeau riferisce che per lui la matematica è “solo un gioco”, il che vuol dire che per lui è fonte di divertimento e di piacere.
- Intelligenza sociale ed emotiva. È il leader naturale del suo gruppo di amici, non perché si impone con la forza ma perché è in grado di instaurare legami profondi. Usa l’ironia e la sua intelligenza per deviare i discorsi che lo mettono in imbarazzo e proteggersi. Sa quando scherzare e quando essere serio
- Capacità di amare e di lasciarsi amare. Percepisce l’amore di Skylar e il dolore del professor Lambeau e del dottor Sean Maguire, ma tiene le distanze per paura di soffrire a causa delle ferite emotive. Il più grande risultato che ottiene dal rapporto con Sean è smettere di usare la sua intelligenza sociale solo come arma difensiva (quando scoppia a piangere è un segnale di abbassamento delle difese) e imparare a fidarsi delle emozioni (decide di recuperare il rapporto con Skylar).
- Capacità critica. Will ha un’abilità naturale nello scomporre concetti complessi e sintetizzarli in pochi istanti. Sa applicare questa dote sia con il sapere (soprattutto quando ha a che fare con i problemi matematici) che con le persone (accende dei dibattiti verbali fuori dal comune). È famoso il dialogo in cui smonta il presuntuoso studente di Harvard, dimostrando di non solo conoscere i testi citati, ma di capire i meccanismi profondi del ragionamento accademico, anticipando persino le argomentazioni dell’altro. Inoltre mette in discussione i professori e gli intellettuali senza timore, non dà valore ai titoli accademici ma solo alle conoscenze reali e respinge l’idea che l’intelligenza debba essere utilizzata per finalità imposte dagli altri. Usa la sua capacità critica per tenere gli altri a distanza, come ad esempio quando Skylar gli propone di seguirla in California, la sua risposta non è emotiva ma razionale.
E allora che rapporto c’è tra Will Hunting e la matematica?
Finalmente siamo pronti per scoprirlo.
Per Will Hunting la matematica è un talento.
Il talento infatti è una dote innata che permette, a chi lo possiede, di dedicarsi con facilità a un’attività per altri considerata molto complessa e ottenendo naturalmente dei buoni risultati. Per esempio, il fiuto sorprendente dei cani e la capacità visiva di un gatto di notte sono dei talenti (ovviamente dal punto di vista degli esseri umani, non all’interno della loro specie dove invece queste caratteristiche sono comuni).
Chi assiste all’espressione del talento altrui, viene colto da un senso di meraviglia, di stupore e di inaspettato. Infatti quando siamo di fronte a un talento non possiamo non notarlo: se ascoltiamo cantare un cantante dotato non possiamo fare a meno di riconoscere una capacità fuori dal comune o se assistiamo alla corsa di un maratoneta che batte ogni record, non possiamo restare indifferenti di fronte ai suoi risultati.
La differenza tra talenti e potenzialità può sembrare sottile, ma è piuttosto evidente in quanto i talenti si esprimono apertamente (soprattutto nei giovani), mentre le potenzialità spesso sono nascoste. Pertanto i talenti sono facili da individuare, mentre le potenzialità richiedono un ascolto profondo per essere rintracciate. I talenti sono generalmente settorializzati e possono portare all’eccellenza di un dato campo (canto, ballo, scrittura, corsa, memoria, ecc…), mentre le potenzialità possono essere sviluppate e adattate in vari settori (per esempio, la creatività può essere impiegata in ambito artistico, gestionale/organizzativo, familiare, economico/finanziario, imprenditoriale, ecc…).

In conclusione.
In questo articolo abbiamo preso come pretesto il film Will Hunting – Genio ribelle per parlare di potenzialità e talento. Abbiamo analizzato che cosa sono le potenzialità e quanto sono importanti nel nostro percorso verso l’autorealizzazione e la felicità. Abbiamo poi visto quali sono le reali potenzialità di Will e infine abbiamo scoperto che la sua intelligenza matematica è in realtà un talento.
Silvia Vernelli
Sono la prima Life & Multipotential Coach italiana. La mia missione è accompagnare le persone multipotenziali in un percorso verso l’autorealizzazione personale Grazie al mio metodo di lavoro esclusivo e alla mia esperienza personale di vita come multipotenziale, ti dimostrerò che anche tu puoi trovare un equilibrio tra il tuo desiderio di pace e la tua fame di cambiamento.