
Un segnale inequivocabile che sei un multipotenziale è la sensazione di non essere mai all’altezza dei tuoi colleghi, di essere rimasto indietro rispetto ai tuoi coetanei e di non essere mai quello più esperto in una stanza con altre persone. In pratica, soffri della Sindrome dell’Impostore. Vediamo insieme di cosa si tratta e come puoi depotenziarla per vivere meglio.
Di cosa parleremo qui:
- Che cos’è la concentrazione?
- I vantaggi di portare la concentrazione nella nostra vita.
- La concentrazione è ormai una conquista.
- Ma non è solo colpa dei capi.
- Addirittura infelici perché deconcentrati?
- Agire con uno scopo ci rendere felici. Una storia.
- Che cos’è lo stato di flusso (o flow).
- Modi per sviluppare la concentrazione.
In questi giorni sto leggendo un libro molto interessante (Deep Work di Cal Newport) che mi sta facendo molto ragionare su questioni come il lavoro compiuto con profondità di intenti, la concentrazione e lo stato di flusso. Si tratta di temi complessi che potrebbero essere approfonditi molto di più di come farò in questo articolo. Ad ogni modo, il mio intento è fornirti degli spunti di riflessione che potrai approfondire ogni tematica leggendo i testi che cito qui in giro.
Che cos’è la concentrazione?
La concentrazione è la capacità di focalizzare la propria attenzione su un’attività, un obiettivo o un’idea, tenendo fuori le distrazioni (sia quelle esterne che quelle interne). È un processo cognitivo che non solo permette di dirigere il pensiero verso un compito specifico, ma anche di mantenere l’attenzione abbastanza a lungo per portarlo a termine in tempi brevi e con risultati ottimali.
Piccola precisazione.
Non confondiamo la concentrazione con l’attenzione. Sulla concentrazione abbiamo già detto abbastanza, riguardo all’attenzione invece possiamo sottolineare il suo aspetto più rapido e flessibile. Anche l’attenzione è un processo cognitivo e il suo scopo è filtrare le informazioni rilevanti e ignorare quelle irrilevanti. L’attenzione può essere volontaria (quando scegli consapevolmente di concentrarti su qualcosa) o involontaria (quando uno stimolo cattura la tua attenzione automaticamente, come un rumore improvviso). Ad ogni modo, richiede uno sforzo meno intenso e prolungato della concentrazione.
I vantaggi di portare la concentrazione nella nostra vita.
La concentrazione è una qualità fondamentale per realizzare compiti complessi e raggiungere molti obiettivi. Padroneggiare la concentrazione e farla diventare un’abitudine del proprio stile di vita, apporta molti vantaggi:
- Maggior efficienza. Ti permette di dedicarti per meno ore a un progetto ottenendo risultati migliori.
- Meno stress. Evitando di passare continuamente da un’attività all’altra o da un pensiero all’altro, la tua mente sarà più calma (ti invito a questo proposito a non scambiare la multipotenzialità con il multitasking. Il mio articolo “Multipotenzialità e Multitasking non si assomigliano neanche un po’!”).
- Più soddisfazione e felicità. Entrare in uno stato di profonda concentrazione stimola lo stato di flusso, ovvero uno stato di benessere fisico e mentale derivato dal compiere un’attività appagante (sotto ne parliamo meglio).
Se la concentrazione è così importante e benefica, perché è così difficile da ottenere? Purtroppo la forza di volontà non basta, ed ecco il perché.
La concentrazione è ormai una conquista.
Lavorare e vivere in uno stato di pura concentrazione ad oggi è molto complesso.
C’è chi dice che viviamo nell’Era della Distrazione e, anche se la definizione è abbastanza abusata, rende bene l’idea. Quindi teniamola per buona, così ci capiamo.
Non voglio dire che Internet e i Social siano brutti e cattivi. Al di là della spicciola retorica, dobbiamo però ammettere che questi strumenti giocano un ruolo importante nella nostra esistenza e volenti o nolenti la condizionano notevolmente.
Esistono fior fiori di studi che confermano che lavorare in modo distratto ci renda più improduttivi, stressati e infelici eppure molti ambienti di lavoro incentivano la distrazione. Il motivo è semplice, è una questione di metriche. Il capo di turno può contare quante email mandi al giorno, può vedere a quante riunioni partecipi, può monitorare il tempo di utilizzo di un software. Ma non può monitorare cosa fai se ti chiudi in ufficio o se richiedi il remote working per dedicarti in concentrazione a un progetto. L’unico modo che ha per valutare un lavoro eseguito in concentrazione è aspettare che sia finito…
Panico! Assenza di controllo!
Sicuramente Tizio non sta lavorando abbastanza, oggi non ha ancora fatto un post su LinkedIn su quanto è bello lavorare nella nostra azienda! E non ha neanche risposto alla mail che gli ho mandato 10 minuti fa!
Molte volte siamo costretti a lavorare in modo improduttivo, caotico e dispersivo per dimostrare che stiamo facendo qualcosa di buono.
Capisci l’assurdità?
Addirittura infelici perché deconcentrati?
Eh già.
Ti ho detto che ci sono tanti studi su questo argomento, ma ancora non ne ho citato neanche uno. Allora cito questo, che trovo molto significativo.
La scrittrice e divulgatrice scientifica Winifred Gallagher ebbe un’intuizione pazzesca riguardo al legame tra concentrazione e felicità. La sua scoperta avvenne per caso, a seguito di un tragico evento: la diagnosi di un tumore.
Appena uscita dall’ospedale dopo aver ricevuto quella notizia pensò: “Ok, la malattia vuole monopolizzare la mia attenzione, ma per quanto possibile, mi concentrerò, invece, sulla mia vita.” Così restò focalizzata su ciò che c’era di buono nella sua vita in quel momento: il cinema, le camminate, il Martini alle 18.30. E la sua vita sembrava trascorrere sorprendentemente bene!
(Se vuoi approfondire la storia e le scoperte della Dott.ssa Winifred Gallagher ti consiglio di leggere il suo libro Rapt).
Andò avanti nella sua ricerca e scoprì che abbiamo la tendenza a porre molta enfasi sulle circostanze esterne, presupponendo che quanto ci accade (o non ci accade) determini il nostro stato d’animo. Da questo punto di vista, i piccoli dettagli riguardo a come trascorriamo il nostro tempo e alle nostre piccole abitudini che adottiamo ogni giorno sono insignificanti. Ciò che conta sono solo i grandi eventi, come le promozioni o l’acquisto di una casa.
Stando alle ricerche della Dott.ssa Gheller le cose stanno all’esatto opposto.
Il nostro cervello in realtà costruisce l’idea che abbiamo del mondo a partire da ciò a cui prestiamo attenzione. Se ci focalizziamo su ciò che va di storto nella nostra vita, diventiamo infelici e frustrati. Quando invece notiamo e apprezziamo tutto ciò che abbiamo, allora saremo felici e grati.
Attenzione!
Non voglio dire che dobbiamo far finta che i problemi non esistono o che se sorridiamo all’Universo, l’Universo ci sorriderà. Voglio dire che siamo molto più responsabili della nostra felicità di quanto pensiamo. Organizzare i nostri pensieri e focalizzare la nostra attenzione sulle piccole cose che ci fanno stare bene, è un ottimo modo per migliorare il nostro mondo senza cambiare le condizioni esterne.
E come si fa?
Appunto, sviluppando la nostra capacità di concentrazione.
Più a lungo rimaniamo concentrati su ciò che ci interessa realizzare, meno noteremo le interferenze disturbanti (fake news, telefonate dei call center, notizie di catastrofi nel mondo, lamentele dei colleghi, ecc…). Infatti quando perdiamo l’attenzione da un compito complesso e impegnativo, pensiamo di rilassarci in realtà la nostra mente continua a lavorare! Solo che tende a fissarsi su quanto più c’è di sbagliato nella nostra vita e nel mondo. Quindi se la nostra giornata è piena di distrazioni (social, messaggi, tv spazzatura…) e occupazioni superficiali (telefonate, riunioni, email…) la percepiremo comunque stancante e irritante.
Mi dirai, “ma quelle attività fanno parte del mio lavoro e le devo fare!”
Capisco, ma le cose non cambiano. Se hai il potere e la possibilità di organizzare diversamente il tuo modo di lavorare, prova a cambiare qualcosa.
Agire con uno scopo ci rende felici. Una storia.!
Cosa spinge il fabbro Ric Furrer a martellare per 8 ore consecutive un lingotto di ferro per costruire una spada, quando potrebbe utilizzare un macchinario che in pochi minuti genera lo stesso risultato?
È stato realizzato un documentario su questo personaggio in cui lo vediamo lavorare al suo progetto, colpo dopo colpo. Sul suo viso non ci sono segni di fatica o di noia. Anzi, racconta in modo appassionato quello che sta facendo e sembra del tutto rapito dalla sua attività. Ad un certo punto, dice una cosa potentissima: “È la cosa più complessa che so fare. Ed è proprio questa sfida a motivarmi, Non ho bisogno di una spada, ma ho bisogno di crearla.”
Scopriamo così che per lui la spada realizzata non è il fine ultimo del suo lavoro, ma un mezzo per raggiungere la sua autorealizzazione. È nell’atto pratico e creativo che trova una grande significato e molta soddisfazione. La concentrazione mentale e il gesto fisico si uniscono, in quello che viene definito appunto lo stato di flusso.
Che cos’è lo stato di flusso (o flow).
Se ad oggi parliamo di stato di flusso (o flow) con agilità, lo dobbiamo a Csíkszentmihályi e ai suoi studi (Ti rimando al suo libro Flow). Csíkszentmihályi (sono piuttosto sicura che si scriva così, ma non chiedetemi come si pronuncia!) è stato uno psicologo che fece una scoperta pazzesca. È infatti lo stesso studioso a dire “I momenti migliori solitamente si presentano quando il corpo e la mente di una persona sono spinti oltre i limiti in uno sforzo volontario di compiere qualcosa di difficile e meritorio”.
Fu un pensiero rivoluzionario.
Fino ad allora l’opinione diffusa era che dal riposo derivasse la maggior fonte di piacere e di felicità. Con i suoi esperimenti empirici riuscì a dimostrare la sua teoria, infatti scrisse anche:
“Per ironia, è in realtà più facile divertirsi lavorando che nel tempo libero, perché, in quanto attività caratterizzate da un flusso, ossia esperienze ottimali, che richiedono un’immersione totale, le attività lavorative hanno in sé obiettivi, regole di base e sfide, che nell’insieme incoraggiano le persone a lasciarsi coinvolgere nel proprio lavoro, a concentrarsi e a perdersi in esso. Il tempo libero, d’altro canto, è destrutturato e richiede uno sforzo maggiore perché possa assumere la forma di un’attività che possiamo apprezzare.”
Ma come si raggiunge lo stato di flow?
Esistono delle condizioni ben precise:
- Ci confrontiamo con un’attività in perfetto equilibrio con le proprie capacità. Se il compito è troppo facile, ci annoiamo. Se è troppo difficile, entriamo in uno stato di ansia. Il compito deve essere abbastanza sfidante da metterci alla prova, senza sopraffarci.
- Abbiamo ben in mente un obiettivo specifico da raggiungere. Senza chiarezza di intenti non possiamo concentrarci e la nostra mente vagherà, disperdendo tempo ed energie.
- Il nostro interesse deve essere alto rispetto a quell’attività.
- Ci dobbiamo trovare in un ambiente protetto, dove la concentrazione è favorita a discapito della distrazione.
Come ci accorgiamo di essere in uno stato di flow?
Questo stato è strettamente connesso alla nostra motivazione intrinseca, ovvero quella che nasce dal piacere e dalla soddisfazione che proviamo durante l’esecuzione di un’attività per quella che è. Non ci interessano i risultati, i giudizi degli altri o le ricompense che possiamo ottenere.
Il modo migliore per valutare la presenza dello stato di flow è la sensazione che il tempo voli, che tutto è sotto il tuo controllo, che ciò che stai creando si stia realizzando in modo naturale, senza sforzo. Ti senti completamente assorbito dall’attività e, più di ogni altra cosa, ti senti bene. Senti che stai facendo qualcosa in direzione della tua autorealizzazione personale.
Modi per sviluppare la concentrazione.
Ora che abbiamo sviscerato piuttosto in profondità che cos’è la concentrazione e abbiamo capito la sua importanza nella nostra vita, facciamo un passetto in avanti.
Esistono molti esercizi per sviluppare la concentrazione nel lungo periodo che puoi leggere in tanti altri blog. Qui invece ti voglio fornire degli spunti pratici che possono svoltare la tua giornata sin da subito (so che i tuoi progetti non possono aspettare!)
- Trova un ambiente dedicato per ogni attività a cui ti stai dedicando. È bene che ogni attività a cui ti dedichi sia riservato un posto fisico, diverso da tutte le altre. Non hai bisogno di avere un ufficio o una stanza sempre diversa, può bastare posizionare la sedia dalla parte opposta della scrivania. Anche il più piccolo cambiamento di postazione di farà avvertire dei lievi cambiamenti per esempio nella postura o nel quantitativo di luce che ricevi, che diventeranno il contesto che ti aiuterà a rimanere concentrato in quell’attività.
- Trova un tempo. Se la tua giornata tipo ha dei ritmi cadenzati, allora puoi ricavarti un orario fisso a cui dedicare ogni attività (scelta consigliata se con la concentrazione non vai proprio d’accordo). Se la tua giornata prevede molta flessibilità, puoi pensare di incastrare quel momento di concentrazione quando hai tempo. Questa seconda alternativa è insidiosa e non è adatta ai principianti della concentrazione, perché nasconde una trappola. Ovvero la falsa credenza di “non avere mai tempo”. Se questo è un tuo pensiero ricorrente ti suggerisco di scaricare il mio Eserciziario Gratuito “Scopri e Accogli le tue Potenzialità”.
- Imposta una durata. Soprattutto se sei agli inizi, non fare l’eroe. Siamo praticamente tutti impreparati alla concentrazione. Per ricominciare ad allenarla inizia con 25 minuti e poi fai una pausa di 5 minuti. Ripeti il ciclo per 4-5 volte e poi prenditi una pausa più lunga. Allunga i tempi di lavoro fino a 90 minuti. Restare concentrati più a lungo è da maestri, e comunque è fisiologicamente impossibile restare nello stato di flusso per più di 4 ore.
- Crea un rituale. Quando è arrivato il momento di entrare in concentrazione metti in atto una piccola sequenza di azioni. È importante eliminare tutte le fonti di distrazione, quindi silenzia il telefono, togli le notifiche, stacca il citofono. Se tenere la musica di sottofondo ti concilia la concentrazione accendila, se invece ti distrae spegnila. Puoi accendere un profumatore, una candela, fare la punta alla matita… tutto quello che ti è utile. Al termine del tempo di lavoro in concentrazione, fai un piccolo rituale di chiusura.
- Dare regolarità alla concentrazione. La concentrazione non è una dote innata, ma una capacità che può essere allenata. Un ottimo sistema per tenere alta la disciplina alla concentrazione, è tenere traccia di quando la mettiamo in atto. Crea quindi un sistema per segnare ogni volta che porti a termine un lavoro in concentrazione. Può essere una nota sull’agenda, una spunta sul calendario, o qualcosa di simile. Ti assicuro che solo il fatto di spuntare l’attività fatta farà innalzare i tuoi livelli di motivazione verso il compito.
In conclusione.
In questo articolo abbiamo affrontato il tema della concentrazione sotto vari punti di vista. Abbiamo innanzitutto capito che cos’è e quali sono i suoi benefici in ambito lavorativo e, in generale, nella vita. Successivamente è emerso anche il rapporto tra concentrazione, felicità e stato di flusso. In ultima analisi, ho fornito degli strumenti pratici per riappropriarci della concentrazione.
Silvia Vernelli
Sono la prima Life & Multipotential Coach italiana. La mia missione è accompagnare le persone multipotenziali in un percorso verso l’autorealizzazione personale Grazie al mio metodo di lavoro esclusivo e alla mia esperienza personale di vita come multipotenziale, ti dimostrerò che anche tu puoi trovare un equilibrio tra il tuo desiderio di pace e la tua fame di cambiamento.