
Ok, ci risiamo. Siamo all’inizio di un nuovo anno (mentre scrivo siamo nel gennaio 2025) e puntuali come il temporale a Pasquetta, piovono a destra e a manca le liste resoconti sull’anno andato e liste dei buoni propositi. In tutto ciò, non mancano gli espertoni che approfittano di questo momento di grandi ripartenze per vendere il loro sistema “acchiappa risultati”. Se tutto questo ti genera ansia e pressione, ci sta. Succede anche a me. Parliamone e vediamo di uscirne sani e salvi!
Come può una Coach avercela su con gli obiettivi?
Specifichiamo subito questo: io non ce l’ho con gli obiettivi in sé, ma per come a volte vengono usati. Nello specifico dello specifico, riscontro due problemi: uno esterno, ovvero la pressione che gli altri ci addossano sul raggiungimento di certi obiettivi, e uno interno, ovvero come noi gestiamo i nostri stessi obiettivi. Sia nell’uno che nell’altro caso, gli obiettivi rischiano di diventare una trappola che ci blocca più che uno stimolo per progredire e andarci a prendere quello che vogliamo nella nostra vita.
Premesso questo, gli obiettivi ben gestiti sono la chiave per svoltare la nostra vita.
Ciò che più noto nella mia esperienza di Life&Multipotential Coach è molta confusione sulla definizione dei propri obiettivi e su come raggiungerli. Ma non solo. Scavando scavando, mi sono resa conto che spesso non è ben chiaro neanche che cosa sia un obiettivo.
Andiamo con ordine.
La differenza tra buoni propositi e obiettivi.
Anche se spesso vengono usati come termini interscambiabili, i buoni propositi e gli obiettivi hanno due nature completamente diverse.
I buoni propositi sono meravigliosamente vaghi. Spesso ci parlano di traguardi immaginari, irrealistici e irraggiungibili. Ci fanno sognare grandi cambiamenti e ci danno l’illusione che tutto sia possibile. Sono spesso mossi da stati emotivi o da occasioni particolari, come l’inizio di un nuovo anno o la fine delle ferie di agosto, ma hanno due problemi principali. Non partono da un’esigenza forte di cambiamento e non sono accompagnati da una strategia pratica per essere realizzati. Per questi motivi finiscono per essere abbandonati e mollati presto.
Pertanto i buoni propositi sono molto più vicini ai sogni e ai desideri che agli obiettivi. Certo, possono darci la spinta a definire gli obiettivi, ma c’è bisogno di lavorarci un bel po’ su.
Ti faccio qualche esempio di buon proposito:
“Voglio rimettermi in forma”
“Voglio smettere di fumare”
“Voglio essere costante nella corsa”
“Da domani mi metto a dieta e mangerò cibi più salutari”
“D’ora in avanti metterò me stesso al primo posto”
Gli obiettivi sono traguardi chiari, specifici ben definiti. In genere per capire se quello che hai in testa è un obiettivo o un buon proposito poniti queste domande:
Cosa voglio ottenere esattamente?
Come valuterò i progressi?
È realistico considerando le mie risorse e capacità?
È importante per me?
Qual è la scadenza?
È coerente con i miei valori e bisogni?
È abbastanza sfidante da mettermi alla prova ma essere al tempo stesso sostenibile?
Se riesci a rispondere a tutte le domande (in modo sincero!) allora sei sulla buona strada. Hai già compiuto il primo passo per ottenere il cambiamento che stai cercando.
Ti faccio qualche esempio anche di obiettivi ben formulati:
“Voglio andare in palestra 3 volte a settimana per i prossimi 3 mesi.”
“Leggerò un libro al mese per tutto l’anno.”
“Completerò la certificazione di inglese entro giugno.”

Le tipologie di obiettivi a cui devi prestare attenzione.
Ora che abbiamo capito che cos’è un obiettivo, facciamo un passetto in avanti.
C’è chi dirà che esistono solo due tipologie di obiettivi: quelli formulati bene e quelli formulati male. In via teorica, posso anche essere d’accordo ma è una strada che non ci porta poi molto lontano. Voglio invece condividere con te qualcosa che nella mia esperienza di Life&Multipotential Coach ha aiutato molti miei clienti. Sto parlando di 6 sottogruppi in cui possiamo incasellare gli obiettivi, che possono pertanto essere considerati di:
- Fine
- Apprendimento
- Risultato
- Performance
- Processo
Per obiettivo di fine intendiamo la visione ultima che ciascuno di noi ha di se stesso. Possiamo chiamarla vision, se sei pratico del lavoro in azienda, ikigai, se sei appassionato di cultura giapponese e di crescita personale, oppure scopo della tua vita, se preferisci stare con i piedi per terra. Poco cambia come lo vogliamo chiamare, il punto è che l’obiettivo di fine è ciò a cui tendi naturalmente per soddisfare il tuo sistema di bisogni e per autorealizzarti.
Gli obiettivi di apprendimento si concentrano sull’acquisizione di nuove competenze, conoscenze o sulla crescita personale. Questo tipo di obiettivi può aumentare la motivazione intrinseca e favorire la resilienza nei momenti di difficoltà. Il loro limite risiede però nella difficoltà o nell’impossibilità di misurare i risultati durante il processo e, come mi insegnano gli oltre 10 anni di lavoro nel marketing, “ciò che non è misurabile non è ottimizzabile”.
Ecco qualche esempio per chiarire maggiormente la definizione:
“Voglio imparare a parlare fluentemente una nuova lingua.”
“Desidero migliorare la mia tecnica di corsa per essere più efficiente.”
“Mi impegno a capire meglio questo argomento, indipendentemente dal voto.”
“Ho intenzione di ottimizzare il tempo che dedico al lavoro.”
Gli obiettivi di apprendimento costituiscono però un’ottima base di partenza per definire gli obiettivi di risultato. Questi ci permettono di prefissare azioni chiare e misurabili. Si concentrano sul risultato finale e sulla dimostrazione di capacità o competenze agli altri, infatti spesso prevedono un riconoscimento o una premiazione. Per essere raggiunti richiedono un periodo medio-lungo e il loro limite principale è che non sono sotto il nostro diretto controllo.
Per esempio questi sono obiettivi di rendimento:
“Voglio vincere la gara di corsa.”
“Devo ottenere il massimo dei voti all’esame.”
“Voglio essere il migliore nel mio team.”
Per raggiungere gli obiettivi di risultato sono necessari gli obiettivi di performance e di processo. L’obiettivo di performance non è altro che un’azione chiara, definita e sotto il nostro totale controllo, per esempio:
“Leggere ogni giorno per 30 minuti.”
“Fare 10 telefonate al giorno per trovare nuovi clienti.”
“Correre 40 minuti per 3 volte alla settimana.”
Gli obiettivi di processo sono i loro compari, perché sono quelle “performance” che vanno ripetute nel tempo, con costanza e programmazione per arrivare al risultato. Gli esempi qui sopra possono diventare un obiettivo di processo se calendarizzati e programmati in una strategia di medio-lungo periodo.

Come utilizzare in modo saggio queste tipologie di obiettivi.
Siamo arrivati al bello.
Ovvero, che cosa ce ne facciamo adesso di tutta questa teoria?
La usiamo a nostro vantaggio.
L’ordine con cui ho spiegato le varie tipologie di obiettivi non è casuale. Infatti è sempre dall’obiettivo di fine che devi partire e che devi sempre tenere a mente. È lui più di ogni altra cosa che ti guiderà nelle scelte nei momenti di crisi e ti darà la forza di andare avanti quando sarai stanco.
Se non sai che persona vuoi essere e non hai uno scopo profondo che ti guida, allora devi fermarti e fare prima un lavoro sui tuoi valori, sulle tue potenzialità e sui tuoi bisogni. In questo caso ti consiglio di accedere subito alle mie risorse gratuite, nello specifico all’Eserciziario “Scopri e Accogli le tue Potenzialità” e alla Masterclass “La Regola d’O.R.O. per l’autorealizzazione dei multipotenziali”.
Gli obiettivi di apprendimento, come accennato, sono un ponte per definire gli obiettivi di risultato. Se non li svilupperai in una direzione concreta, ti arenerai.
D’altro canto, anche gli obiettivi di risultato sono di passaggio perché, non essendo sotto il nostro diretto controllo, rischiano di caricarci di troppa pressione e di stress. Quindi vanno definiti in modo chiaro, ma poi sposta la tua attenzione sugli obiettivi di performance e di processo. Resta focalizzato su questi ultimi, e goditi il viaggio più della meta finale.
In conclusione.
In questo articolo abbiamo analizzato da un punto di vista insolito gli obiettivi.
Infatti, seppure sono il presupposto per modificare la nostra vita e traghettarla in una direzione più confacente ai nostri bisogni, non sempre sono gestiti bene. Principalmente per due ragioni: la prima, è che a volte vengono confusi gli obiettivi con i sogni e i buoni propositi, la seconda è che spesso non si sanno definire bene gli obiettivi. Ecco perché è importante conoscere la differenza tra obiettivi di fine, apprendimento, risultato, performance e processo, nonché decidere su quali focalizzare la nostra attenzione quotidiana e su rispolverare solo all’esigenza.
Silvia Vernelli
Sono la prima Life & Multipotential Coach italiana. La mia missione è accompagnare le persone multipotenziali in un percorso verso l’autorealizzazione personale Grazie al mio metodo di lavoro esclusivo e alla mia esperienza personale di vita come multipotenziale, ti dimostrerò che anche tu puoi trovare un equilibrio tra il tuo desiderio di pace e la tua fame di cambiamento.