Di cosa parleremo qui:
Nel mio percorso di vita e di lavoro come persona multipotenziale mi sono imbattuta in tanti individui con tratti multipotenziali, eppure anche con grandi differenze gli uni dagli altri. E allora mi chiedo: è possibile dare una definizione univoca di “multipotenzialità” e soprattutto, è davvero necessaria?
Quando si è un multipotenziale è facile sentirsi sbagliato, anzi credo che sia una tappa obbligata nel percorso di comprensione e accettazione della propria condizione. Anche io ho iniziato il mio viaggio nella multipotenzialità provando sulla mia pelle frustrazione, insoddisfazione e inadeguatezza. Non sapevo dare ancora un nome a quello che stavo vivendo e a quello che mi rendeva diversi dagli altri, ma mi faceva stare male. E io non volevo stare male.
Così ho preso in mano la situazione, per come potevo. Ciò che so fare meglio nella vita è studiare, e allora ho iniziato ad approfondire in tutti i modi questa tematica. Da buona potenziale quale sono infatti, quando una questione cattura il mio interesse, mi sale l’entusiamo e mi appassiono così tanto che sento il bisogno irrefrenabile di leggere, studiare e informarmi velocemente su tutto lo scibile a riguardo.
Ho letto libri, blog, interviste di studiosi, appassionati o multipotenziali che stavano cercando di venire a galla dalla loro condizione. Ho guardato video, ascoltato podcast, mi sono confrontata con persone più esperte di me sul tema e mi sono confrontata con altre persone multipotenziali vicino a me.
Sulla teoria generale devo dire che certe questioni possono essere generalizzate, ma nel pratico le cose si fanno un po’ più complicate.
Multipotenzialità, tra teoria e pratica.
Per esempio si tende a definire multipotenziale una persona con queste caratteristiche:
- pieni di interessi ma con scarsa capacità di scelta
- propensione a ottenere buoni risultati in tutto ciò a cui si appassiona ma difficoltà nel raggiungimento dell’eccellenza in una disciplina specifica
- dono della sintesi di concetti ma anche di situazioni, con una conseguente facilità nel campo del problem solving
- grandi entusiasmi quando si appassionano a qualcosa di nuovo, seguiti da profondi momenti di noia quando hanno appreso ormai abbastanza sul quell’argomento o sono diventati abbastanza bravi a praticare quella attività
- interessi multisciplinari anche e soprattutto molto distanti tra loro: scienza, letteratura, arte, sport e chi più ne ha più ne metta
- insofferenza nel seguire pedissequamente una routine, nel rispettare le regole e nel riconoscere l’autorità (soprattutto nel lavoro)
- sfrenata curiosità, creatività e velocità nell’apprendimento
- ricerca continua di cambiamento accompagnata però anche al bisogno di costruire una vita tranquilla, serena e appagante
- sensazione di inadeguatezza, di non sentirsi mai abbastanza e spesso soffrono della Sindrome dell’Impostore (ovvero quella condizione psicologia che induce a credere di non meritare i successi ottenuti, attribuendo i meriti più al caso, alla fortuna o a un errore di valutazione commesso da qualcun altro)
- difficoltà nella gestione del tempo e nell’ordinare le proprie attività in base alla priorità e al grado di importanza che le contraddistingue
- scarsi livelli di produttività, dovuti in buona parte alla difficoltà nel rimanere focalizzati abbastanza a lungo su un’unica attività
- difficoltà nel definire esattamente cosa si vuole ottenere dalla vita e di che cosa ci si sta occupando nel presente
Ti sei ritrovato in alcune di queste caratteristiche?
Se sei un multipotenziale probabilmente in molte, se non sei un multipotenziali solo in qualcuna di queste.
Queste caratteristiche, a mio parere, costituiscono una linea guida ma non sono la verità assoluta.
Uno dei grandi insegnamenti che ho appreso durante i miei anni di studio del Coaching Professionale (i cui padri fondatori sono Timothy Gallwey e John Whitmore) è che ogni essere umano è unico, irripetibile e dotato di potenzialità diverse. Per quanto simile a un’altra dunque, ogni persona esprime il suo modo di essere in modo originale e adotta schemi di pensiero nonché di azione completamente differenti e a volte addirittura incomprensibili per chi li osserva da fuori.
Questo principio deve pertanto essere applicato anche i multipotenziali.
Dato che non mi piace generalizzare i concetti con il rischio di banalizzare questioni importanti e di creare un gran fumo anche quando sotto c’è un bell’arrosto, vi riporto il mio esempio personale.
Non ho dubbi di essere una persona multipotenziale. Il mio percorso di studi e la mia carriera lo dimostrano (se vuoi saperne di più sul mio percorso clicca qui).
Mi identifico in certe questioni specifiche come la creatività, la ricerca inesorabile di cambiamento, la multidisciplinarità, il problem solving e la dicotomia tra grandi grandi entusiasmi seguiti da grandi buchi neri di noia.
Stando a quella lista di caratteristiche dovrei essere una multipotenziale atipica però, perché sono una persona con spiccate doti organizzative, un’ottima capacità nella gestione del tempo, nella definizione delle priorità e con grandi picchi di produttività ed eccellenza.
Dove sta la verità allora?
Da nessuna parte.
La verità non esiste, esistono solo le opinioni.
E le opinioni possono essere funzionali al raggiungimento del nostro benessere e della nostra autorealizzazione oppure disfunzionali e diventare così delle scuse per rimanere immobili continuando a lamentarci del fatto che siamo sfortunati.
La multipotenzialità non dovrebbe, a mio parere, diventare l’ennesimo pretesto per etichettare le persone e ingabbiare in una condizione standardizzata. Più mettiamo regole, più fissiamo paletti e più ci impegniamo a voler dare definizioni curate nel dettaglio di qualcosa più rischiamo di svilirla e di togliergli significato.
La multipotenzialità è una caratteristica che si esprime in varie forme e può essere interpretata in modi creativi e originali, assecondando la natura unica della persona che la vive.
Inoltre, a cosa serve sapere se un multipotenziale è più o meno aderente al modello precostituito che è stato creato nella letteratura? Scegliete con cura le domande che vi ponete, perché alcune possono essere fuorvianti.
Il messaggio che vorrei che vi arrivasse con questo articolo è che il punto sul quale vi dovete interrogare non è tanto “sono o non sono un multipotenziale” oppure “sono un multipotenziale perfetto o sono sbagliato anche come multipotenziale”. Il punto è prendere consapevolezza di chi siete, di come vi sentite, di quello che volete essere o fare nel futuro abbracciando con amore la persona che siete ora. A poco serve identificarsi in una categoria se poi non comprendete la vostra unicità.
Perché è solo nella vostra unicità che potrete trovare le risorse, la motivazione e la gioia per impegnarvi in un percorso di autorealizzazione personale costruito sui vostri valori, i vostri principi e le vostre aspirazioni.
In conclusione.
In questo articolo ho voluto sfatare un falso mito che si sta diffondendo in fatto di multipotenzialità. Questa caratteristica umana, di cui si parla sempre di più, rischia di diventare l’ennesima etichetta da affibbiare alle persone per ingabbiarle in una condizione standardizzata.
La definizione di multipotenzialità dovrebbe essere morbida, una sorta di linea guida che permetta alle persone di sentirsi parte di una condizione condivisa e riconosciuta, nella quale potersi esprimere sempre con libertà.
Il Coaching Professionale ci offre una grande lezione: in quanto essere umani siamo tutti unici, irripetibili e dotati di enormi risorse interiori che se gestite al meglio possono portarci all’autorealizzazione personale. Abbandonate quindi modelli, regole, consigli da guru e iniziate il vostro personale percorso verso la felicità prendendo la consapevolezza di chi siete ora e di chi volete diventare in futuro.
Silvia Vernelli
Sono la prima Life & Multipotential Coach italiana. La mia missione è accompagnare le persone multipotenziali in un percorso verso l’autorealizzazione personale Grazie al mio metodo di lavoro esclusivo e alla mia esperienza personale di vita come multipotenziale, ti dimostrerò che anche tu puoi trovare un equilibrio tra il tuo desiderio di pace e la tua fame di cambiamento.